Il progetto Bottega Tartiniana è nato come laboratorio musicale dedicato ai giovani musicisti diplomati presso i conservatori del Veneto con l’intento di offrire loro un contributo nella difficile fase dell’orientamento e dell’inserimento professionale. 
L’idea ha preso vita in seno al Centro Universitario Padovano, presieduto da don Roberto Ravazzolo, e grazie all’incontro con il pianista e direttore d’orchestra Giovanni Battista Rigon, primo consulente artistico del progetto. 
Il primo concerto fu realizzato nel maggio del 2006 in occasione della riapertura della restaurata chiesa di Santa Caterina d’Alessandria in Padova, di cui don Roberto Ravazzolo è tuttora il rettore.

Padova, infatti, ha ospitato per molti anni come direttore della Cappella musicale del Santo uno dei più grandi violinisti del Settecento: Giuseppe Tartini. 

Proprio nella chiesa di Santa Caterina è sepolto Tartini ed è in questo luogo che la Bottega Tartiniana, sin dalla sua fondazione, organizza e propone gratuitamente al pubblico padovano una serie di concerti che hanno come protagonisti giovani musicisti scelti, come si è detto, tra i migliori diplomati dei conservatori del Veneto.

Peculiarità del progetto è, ancora oggi, la collaborazione tra giovani strumentisti e maestri tra i più noti a livello nazionale, primo tra tutti il violinista Piero Toso. Preziosa è stata anche la collaborazione con la celebre violinista Sonig Tchakerian, in particolare nei primi anni di vita della Bottega Tartiniana. A questi giovani professionisti viene dunque data l'opportunità di studiare e di perfezionare il repertorio del proprio strumento, nonché la possibilità di esibirsi e farsi conoscere in un contesto artistico e culturale di qualità. 

Inizialmente il progetto della Bottega Tartiniana era limitato alla musica da camera, ma nel tempo le sue dimensioni si sono ampliate fino alla costituzione di un gruppo orchestrale, spesso arricchito dall’apporto di una compagine corale - stabile è difatti la collaborazione con il coro Iris Ensemble diretto da Marina Malavasi - e dalla partecipazione di solisti di canto tra i più noti e qualificati del panorama artistico nazionale.  

L’importanza del contributo di Tartini alla storia della musica occidentale si comprende meglio se si pensa al grande arco musicale che da Venezia porta a Vienna e che vede nel classicismo viennese il completamento e l'evoluzione della grande scuola veneta del '700, ovvero di Tartini, Vivaldi, Albinoni, Caldara e molti altri.
Sulla base di ciò e grazie alla collaborazione, a partire dal 2018, con Giancarlo Rizzi - giovane direttore d’orchestra, padovano d’adozione, con una carriera di grande profilo internazionale - si è sviluppata l’idea di dare vita a un percorso che, proponendo la grande musica veneta del Settecento in una veste nuova e vivace - ma rispettosa del testo e dello stile che la rendono così amata da tutti - mira a portare nelle sale europee il nome e la qualità della città di Padova, custode di un tesoro che merita di essere mostrato alla città stessa e all’Europa.

Lo spirito che anima la Bottega Tartiniana è quello della trasmissione del sapere tra generazioni. In questo senso è fonamentale il ruolo del Maestro Piero Toso, uno dei primi violini più importanti che le orchestre padovane hanno avuto negli anni. Grazie al suo contributo l'orchestra ha potuto crescere e raggiungere risultati artistici di grande rilievo.


Importante è anche il legame con l'Università di Padova e i suoi studenti che negli anni hanno prestato il loro contributo per la realizzazione di concerti ed eventi culturali.